Bruno Trentin ricorda l’inaugurazione dell’Anno accademico a Padova del 9 novembre 1943

Trascrizione dalla videointervista di Franco Giraldi a Bruno Trentin, San Candido 20.7.98


Trentin - Un episodio che mi ha molto colpito e mi ha segnato per un lungo periodo così come giovane francese arrivato in un paese per me ancora sconosciuto come l'Italia, è stato l'inaugurazione dell'anno accademico all'università di Padova nel novembre del 1943; io ero già nella clandestinità con mio padre, quindi, siamo arrivati all'università mischiandoci fra gli studenti ma evitando proprio di figurare in qualche modo, dato che l'ateneo era pieno di poliziotti e poi c'era un gruppo di fascisti molto bellicosi; e ricordo questa cerimonia abbastanza strana per uno come me perché sopravvivevano ancora dei riti nell'università di Padova anche nel vestire degli uscieri, naturalmente dei docenti, del senato accademico, dei presidi e dei rettori, che dava veramente l'impressione di una, di una storia di altri tempi. Poco prima che iniziasse la cerimonia questo drappello di fascisti, oramai della Repubblica di Salò, giovani universitari che avevano ricostituito un gruppo, un gruppo di avanguardisti, hanno occupato il palco e hanno cercato di arringare la folla degli studenti, praticamente con un appello a arruolarsi nelle truppe della Repubblica sociale italiana; ci fu una reazione nella folla degli studenti che fischiarono questa intrusione dei fascisti in una cerimonia così austera e impegnativa, cominciarono però le minacce da parte di questo gruppo di fascisti che si è messo davanti al palco con atteggiamenti molto aggressivi, gli stessi poliziotti in borghese che giravano fra gli studenti cominciarono ad intervenire per sedare un po' questo tumulto, ed è in quel momento che, in modo molto teatrale. ecco, con un usciere con l'alabarda che si è presentato sul palco battendo tre colpi, ché è entrato il senato accademico dell'università di Padova, e in mezzo ai docenti, ai presidi, si è avanzato un piccolo uomo col mantello di ermellino, era Concetto Marchesi, che si diresse direttamente verso il palco dove parlava il capo di questo manipolo di fascisti, lo prese per la collottola e lo buttò giù dal palco letteralmente di fronte allo stupore attonito degli altri fascisti e di fronte all'ammirazione e all'entusiasmo di questa folla di studenti che aspettavano una, un segno...; dopo pochi minuti Marchesi cominciò il suo discorso di inaugurazione dell'anno accademico e lo cominciò in nome del popolo lavoratore "Inauguro l'anno accademico 1943-44..." sviluppando poi il discorso sul ruolo del lavoro nella civiltà e sulla indissociabilità tra lavoro e libertà.