Carlo Verri - Guerra e libertà

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Guerra e libertà. Silvio Trentin e l'antifascismo italiano [1936-1939] è un libro di Carlo Verri che indaga la figura dell’antifascista, esule volontario in Francia, in anni decisivi per la sua vita e per quella di tutta l’emigrazione politica antifascista italiana: dalla guerra di Etiopia all’imminenza dello scoppio della Seconda Guerra mondiale, passando attraverso lo snodo centrale della guerra di Spagna. A partire da questa esperienza nasce lo sforzo di tutto l’antifascismo italiano per raggiungere l’unità al suo interno. Il più impegnato in questo senso è Silvio Trentin, sia nelle trattative con tutti i movimenti e partiti, sia attraverso il rapporto con l’Unione popolare italiana (UPI, la più grande organizzazione di massa dell’emigrazione italiana in Francia), sia attraverso la sua proposta di un partito unico del proletariato italiano.

Lo studioso analizza l’attività politica, propagandistica, organizzativa dell’ex professore di Ca’ Foscari tracciando il ritratto di un antifascista italiano all’estero in quegli anni. Si rilevano infatti sia le specificità del rivoluzionario sia i tratti che egli ha in comune con altri esponenti del fuoruscitismo.
Viene messa in luce la complessità di rapporti che l’uomo politico veneto, per il quale si è parlato di comunismo libertario, riesce a mantenere, da importante figura di "Giustizia e libertà" e poi membro del suo gruppo dirigente, con tutte le più diverse correnti dell’antifascismo all’estero: anarchici, comunisti, socialisti, repubblicani e liberali. Emergono nel corso del volume, tra gli altri, oltre a, ovviamente, Rosselli, Lussu e Salvemini, i nomi di Camillo Berneri, Ruggero Grieco, Pietro Nenni, Randolfo Pacciardi e Francesco Saverio Nitti. Si dimostra dunque, attraverso l’analisi dei documenti, come l’intento dell’instancabile e tenace azione dell’"agitatore libertario-rivoluzionario", che guardava con grande simpatia all’URSS, fosse il raggiungimento, nei contesti italiano, francese e spagnolo, nei quali opera, dell’unità nella lotta antifascista. Per lui, essa era inscindibilmente votata alla rivoluzione e a un nuovo ordine socialista e federale da realizzarsi all’interno e all’esterno dei confini dei contesti nazionali. Tale infatti era la via che Trentin immaginava per garantire la piena libera esplicazione dell’uomo.
Emerge tracciata la figura di Trentin, tra i più importanti antifascisti italiani, ingiustamente scordato, ma straordinario per coerenza, rigore, impegno politico-organizzativo e riflessione teorica, volti alla lotta per la libertà.

Recensioni
Leggi la recensione su "L'Antifascista", n. 4-5 (aprile-maggio 2012)
Leggi la recensione di Enrico Acciai su "L'Officina della storia.info" (4 luglio 2012)
Leggi la recensione di Bruno Ugolini su "l'Unità" (23 agosto 2012)
Leggi la recensione di Marco Puppini sul sito dell'Aicvas (dicembre 2012)
Leggi la recensione di Luca Buferale su "Diacronie. Studi di Storia Contemporanea", n. 12, 4|2012