16Aprile2024

In ricordo di Iginio Ariemma

Il 16 novembre 2019 è mancato Iginio Ariemma: giornalista, dirigente politico, studioso del pensiero e degli scritti di Bruno Trentin, Iginio è stato tra gli ideatori e fondatori del Centro documentazione e ricerca Trentin, nonché uno dei suoi principali animatori in questi anni e punto di riferimento insostituibile per tutti gli studiosi "trentiniani".

Fulvio Cortese, coordinatore scientifico del Centro Trentin, lo ha così ricordato:

"Iginio Ariemma si è spento dopo una malattia che lo ha accompagnato a lungo e con la quale ha combattuto con la tenacia e la costanza che lo hanno sempre distinto. Per il Centro, e per molti di noi, Iginio ha rappresentato tante cose: un compagno di avventure, un amico, un intellettuale attento, uno studioso esperto e socialmente consapevole, un consigliere e un sostenitore, un interlocutore paziente e accorto. Perdiamo, così, un "pilastro" del nostro percorso e un punto di riferimento certo e infaticabile degli studi trentiniani e dell'universo di relazioni scientifiche, umane e politiche che questi studi continuano a coltivare. Spetterà a noi prenderci carico della sua testimonianza e anche del suo ricordo. E sappiamo bene che l'unico modo per farlo è tenere viva la passione e la militanza autentica e non retorica che ha saputo trasmetterci". 

 

  

Iginio

Iginio era nato nel 1941 a Torino, precisamente al Lingotto, figlio di un operaio della Fiat militante comunista e partigiano, licenziato per motivi politici nei primi anni ‘50. Aveva studiato all'Università della sua città laureandosi con una tesi Sul concetto di rivoluzione nel pensiero di Antonio Gramsci, relatore Guido Quazza. Si era iscritto al Pci nel 1960, dopo le manifestazioni del luglio di quell’anno contro l’ingresso del Movimento sociale nell’area di governo.

È stato un importante dirigente politico del Pci ricoprendo numerosi incarichi: segretario provinciale della Federazione torinese e capogruppo al Consiglio comunale di Torino; dal 1976 al 1979, nel periodo della solidarietà nazionale, è stato viceresponsabile del Dipartimento economia e lavoro della Direzione del Pci, diretto da Giorgio Napolitano; dal 1980 al 1983 segretario regionale veneto del Pci e consigliere regionale; dal 1984 al 1987 responsabile nazionale del Pci per la sanità e le politiche sociali; dal 1987 al 1993 responsabile dell’ufficio stampa e portavoce del segretario del partito – prima Natta e poi Occhetto – nella delicatissima fase post-caduta del Muro e della trasformazione del Partito comunista italiano in Pds. Dal 1994 è ritornato a occuparsi di problemi economici e del lavoro, in particolare della questione settentrionale, e di federalismo, come responsabile del progetto nord per i Ds. Dal 2002 è stato coordinatore della commissione progetto Ds di cui era presidente Bruno Trentin, del quale diventerà prima amico, poi fine studioso e conoscitore. Tra la fine degli anni Novanta e i primi anni 2000 ha coordinato il programma dell’Ulivo e nel 2002 ha promosso con Pietro Scoppola l’associazione “I cittadini per l’Ulivo”, di cui è stato fino al 2007 vicepresidente. Successivamente, non condividendo le modalità con le quali nasceva il Partito democratico, lasciava l’apparato.

Uomo dai molti interessi e dalla vasta cultura, da giornalista professionista è stato collaboratore di diverse testate tra cui “L’Unità”, “Rinascita”, “Politica e economia”, “Critica marxista”, “Il Ponte”, “Argomenti umani” e “Ragioni del socialismo”. Oltre a varie collaborazioni a volumi collettanei, ha curato con Stefano Menichini Un anno in rosso: perché fallisce la politica economica e sociale del governo Berlusconi (Editori Riuniti, 2002) e Alla deriva: il fallimento della politica economica e sociale del governo Berlusconi: storia, dati, documenti (Editori Riuniti, 2003). Nel 2006 pubblica La resa dei conti 2001-2006. Fatti, cifre e impegni non mantenuti dal governo Berlusconi (Editori Riuniti). Nel 2009 ha curato il libro di Pietro Scoppola La democrazia dei cittadini, con un ampio saggio introduttivo (Ediesse).

Sulla parabola del Partito comunista italiano e sulla sua esperienza personale di dirigente ha scritto tre libri: La casa brucia. I Democratici di Sinistra dal PCI ai giorni nostri (Marsilio, 2000), sulla “grande svolta” della Bolognina di Achille Occhetto che portò alla fine del Pci e all’avventura del Pds; Il tramonto di una generazione. Dalla fine del PCI al Partito Democratico di Renzi (Castelvecchi, 2014) e infine Perchè sono stato comunista. La ricerca del comunismo democratico, edito nel 2017 da Ediesse, un bilancio anche personale della sua militanza comunista.

A partire dal 2007 il suo maggiore impegno è stato rivolto allo studio della figura e del pensiero politico e sindacale di Bruno Trentin e al coordinamento, presso la Fondazione Di Vittorio, di un gruppo di lavoro sugli scritti e l'archivio del dirigente sindacale scomparso nell'agosto 2007. Ha scritto l’introduzione a Bruno Trentin, Diario di guerra (Donzelli, 2008) e curato i volumi: Bruno Trentin. Dalla guerra partigiana alla CGIL (Ediesse 2008); Bruno Trentin. Tra il Partito d'Azione e il Partito Comunista. Gli anni dell’Università di Padova 1943-1949 (Ediesse 2009); Il futuro del sindacato dei diritti. Scritti e testimonianze in onore di Bruno Trentin (Ediesse 2009); nonché la seconda edizione, rivista e ampliata, di Bruno Trentin, La città del lavoro. Sinistra e crisi del fordismo (Firenze University Press, 2014). Nel 2015 ha scritto La sinistra di Bruno Trentin. Elementi per una biografia (Ediesse) e la prefazione a L’itinerario di Bruno Trentin. Archivi, immagini, bibliografia, a cura di S. Cruciani e I. Romeo (Ediesse). Nel 2017 ha infine curato la pubblicazione dei Diari 1988-1994 di Bruno Trentin (Ediesse).
Anche il suo ultimo scritto, pubblicato postumo nel 2020, è dedicato a Bruno: si tratta della prefazione alla nuova edizione di La libertà viene prima (a cura di Sante Cruciani, Fup 2021): leggi.

Tra i tanti interventi su Bruno Trentin svolti in vari convegni si ricordano: Foa e Trentin e il socialismo libertario, Roma, 2010 (leggi); L'europeismo “naturale” di Bruno Trentin, Bruxelles, 2011 (leggi); Il socialismo eretico di Bruno Trentin, Fermo, 2012 (leggi); Il federalismo europeo di Bruno Trentin,  Bruxelles, 2017 (leggi).

Alla figura di Silvio Trentin ha dedicato invece due interventi: “Tempo perduto. ora all’opra”. Il ritorno alla libertà di Silvio Trentin, con la moglie Beppa e i figli Giorgio e Bruno (leggi), tenuto il 1 marzo 2013 presso il Centro studi Piero Gobetti di Torino; e Silvio Trentin, una personalità “scomoda”, al convegno “Resistenza e diritto pubblico”, organizzato a Venezia dal Centro Trentin il 30 maggio 2014 (ora in Resistenza e diritto pubblico, a cura di Fulvio Cortese, Fup 2016: leggi). 


Nel 2012 Iginio Ariemma è stato tra gli ideatori e fondatori del Centro documentazione e ricerca Silvio Beppa Giorgio Franca Bruno Trentin, di cui si è occupato assiduamente come membro della segreteria organizzativa e del Comitato scientifico.

Il suo impegno a favore del Centro e, più in generale, per la memoria della famiglia Trentin è stato ricordato da Luisa Bellina in occasione dell'incontro "I nostri dialoghi con Iginio", tenutosi a Roma presso la Fondazione Gramsci il 16 gennaio 2020: leggi l'intervento.

  

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 Iginio, tra Fulvio Cortese e Roberto Turetta, al convegno del Centro Trentin del maggio 2014.